"L'orologio biologico": Una disparità di genere tra uomini e donne

Il concetto di "orologio biologico" è ampiamente associato alle donne, sottolineando la finestra limitata per concepire e portare in grembo un bambino. Questo orologio metaforico sembra ticchettare più forte con l'avanzare dell'età delle donne, mentre gli uomini apparentemente non hanno questi vincoli. Ma perché c'è una tale differenza nei tempi di fertilità tra uomini e donne? La risposta sta nella biologia fondamentale della riproduzione umana.

Le donne nascono con un numero finito di ovuli, che sono presenti nelle loro ovaie alla nascita. Con la maturità, le donne rilasciano un ovulo per ogni ciclo mestruale. Quando una donna raggiunge la pubertà, la sua riserva di ovuli è notevolmente diminuita rispetto al numero originale, e questo continua per tutta la durata dell'età riproduttiva. Verso i 30 e i 40 anni, gli ovuli rimanenti sono spesso di qualità inferiore, rendendo più difficile il concepimento e più alto il rischio di anomalie genetiche. Alla fine la donna entra in menopausa, segnando la fine della sua capacità riproduttiva.

D'altra parte, gli uomini producono sperma in modo continuo dalla pubertà fino alla vecchiaia. La produzione di spermatozoi è un processo dinamico che avviene all'interno dei testicoli e, finché l'uomo è in buona salute, il suo corpo può generare spermatozoi per tutta la vita. Questa produzione continua permette agli uomini di mantenere la loro fertilità e capacità riproduttiva molto più a lungo rispetto alle donne.

Le ragioni di questa differenza nella biologia riproduttiva sono radicate nei ruoli evolutivi dell'uomo e della donna nella procreazione. Dal punto di vista evolutivo, l'investimento riproduttivo della donna è molto più elevato di quello dell'uomo. Una volta concepito, la donna porta in grembo il feto in via di sviluppo per 9 mesi, seguiti dal parto, dall'allattamento e dalle cure. Pertanto, da un punto di vista biologico, è vantaggioso per una specie dare priorità alla conservazione della salute riproduttiva delle donne, poiché sono loro a sostenere l'onere principale dello sviluppo della prole. Di conseguenza, i sistemi riproduttivi delle donne sono regolati in modo più intricato, con l'"orologio biologico" che agisce come un meccanismo per incoraggiare la riproduzione durante gli anni ottimali, quando le probabilità di successo del concepimento e di una prole sana sono più alte.

Tuttavia, è essenziale riconoscere che la fertilità varia da individuo a individuo e non tutte le donne subiscono un declino della fertilità allo stesso ritmo. Alcune donne possono concepire più tardi nella vita, mentre altre possono incontrare difficoltà nei primi anni di riproduzione. Inoltre, i progressi della medicina riproduttiva hanno fornito opzioni come il congelamento degli ovociti e la fecondazione in vitro (FIV), offrendo alle donne più scelte e flessibilità nella pianificazione della famiglia.

La comprensione di queste differenze biologiche può aiutare le persone a prendere decisioni informate sulla pianificazione familiare e sulla salute riproduttiva, e sottolinea la necessità di conversazioni aperte sulla fertilità, indipendentemente dal sesso.

Scritto da: Dtt.ssa. FEDERICA BOTTIGLIONE